venerdì 19 dicembre 2008

Ritorno a casa..

Oggi si parte e si torna a casa per le vancanze, con qualche pensiero universitario in meno e con tanti grilli in più. Da qui a 20 ore starò in mezzo ai miei amici più cari che mi mancano più di quanto riesca a scrivere e naturalmente mamma e papà, ricaricherò bene le pile per non restare scarico come sono ora visto che al ritorno avrà un bel da fare con tanti impegni dentro e fuori lo studio. Lascio questa bellissima città che fino ad ora mi ha regalato tanto e tolto ancora di più sperando che al ritorno cominci a darmi qualcosa in cambio, qualcosa che mi non mi renda perennemente dubbioso della scelta fatta.

Quindi o mio carissimo (e mai abbastanza nei miei pensieri) Irongay, Cicciwoman e MP preparatevi che tra poco staremo tutti insieme per passare un Natale con fiocchi e fuochi artificiali e se nebbia ci sarà meglio la "soffieremo" via tutti assieme come sempre alla faccia di tutti e tutto!

Aspettatemi, arrivo!

martedì 16 dicembre 2008

A long time ago....

Bhe! (che bello iniziare con una esclamazione) siamo alla fine, quindi direi di pigiare il rewind...
Questa è una storia che inizia come tante altre con la necessità di qualcuno di spostarsi per non finire a fare il disoccupato o il precario o il manovale e per provare a sfruttare un po di quel cervello che madre natura gli ha donato.
Tutto iniziò in un agosto come tanti e la necessità di spostarsi da casa per trovare un posto dove costruirsi un futuro, la scelta come sempre in queste situazione ricade obbligatoriamente nel nord Italia. Nessuno sano di mente, o comunque nessuno che non abbia un fegato delle proporzioni di un elefante (si tutto il mammifero non solo l'organo in questione) lo farebbe senza avere almeno una persona su cui contare e fare affidamento per non trovarsi soli e sperduti nella Grande Nuova Realtà (e qualcuno in questa storia il fegato lo ha e da vendere ma lo scopriremo più in la, forse).
Ed la che entra in scena lei, si esattamente una lei, sembrerà scontato e lo è visto che il protagonista della vicenda è un uomo etero.
Ora che abbiamo abbozzato un nostro “mondo” direi che dobbiamo dare un nome alle variabili in gioco, giusto per non stare tutto il tempo e dire “e allora lui” oppure “e proprio allora, lei..” che suonano spaventosamente insipidi e privi di personalità, quindi i nostri protagonisti sono Rob ( e non è un diminutivo di nulla) e Sara. Rob decise quindi che il sud stava stretto e complice anche il caldo e l'umidità che notoriamente rendono le cose strette ancora meno sopportabili e incoraggiato dalla presenza di Sara nella stessa città decide di prendere il trolley e i 3 borsoni, si i sud-aioli viaggiamo leggeri, fa un bel biglietto sola andata e parte.
Visto che quello che segue è poco conosciuto dal sottoscritto lascio la parola al diretto interessato che sicuramente presenterà una sintesi al contempo appunto sintetica e ricca di particolari, naturalmente mi riservo il diritto di correggere la forma per renderla più gradevole alla lettura.

L'impatto con la nuova città è a dir poco distruttivo, è grande, piena di gente, di cose da fare, ma contemporaneamente è vuota da far paura, è come un buco nero al contrario (mi sa che l'esempio non è proprio intuitivo ma usate la fantasia e il cervello) lo osservi e cosa vedi? Nulla perché non si vede nulla, ma sai che dentro ci sta di tutto solo che è nascosto e celato...ecco qua è l'esatto contrario, vedi tutto ma sai che non c'è nulla o quasi, perché in quel tutto manca qualcosa di importante e che ti sei lasciato dietro, gli amici in primis e i familiari poi (si è la sfortuna di essere genitori, i figli non ti prendono in minima considerazione finché poi una sera non stanno per andare a dormire e si accorgono che mamma non ha chiamato e si mettono a piangere perché non hanno sentito la sua voce..), contemporaneamente però, almeno nel mio caso, hai qualcosa a cui appigliarti, qualcosa di “stabile” e conosciuto, qualcuno che ti fa sentire meno solo e meno sperduto e più vicino a casa tua e alle tue sicurezze e qualcos'altro che non ha nulla a che vedere con la sfera delle conoscenze umane ma tutto a che vedere con gli interessi culturali cioè il corso di studi che ti prende, ti appassiona e ti occupa il tempo che altrimenti butteresti in malo modo pensando a quanto sei triste e solo e a quanto avresti voluto rimanere a casa tu con le tue piccole certezze (che non sono certezze perché nulla è certo a questo mondo diceva qualcuno in modo più filosofico e poi c'è sempre il fattore tempo che come scriveva Tolkien “...ogni cosa divora ciò che vita la fauna la flora; i re abbatte e così le città, rode il ferro, la calce già dura; e dei monti pianure farà..” che appunto alla fine 'appiana' tutto noi compresi) che prima o poi sarebbero venute meno o sarebbero diventate insufficienti e poco appaganti visto che prima o poi si vuole aprire le ali e costruirsi qualcosa di totalmente proprio e di cui non dobbiamo ringraziare nessuno se non noi stessi, e di cui sentirsi fieri , insomma un futuro che aderisca in minima parte ai sogni a ciò che vogliamo sia la nostra vita.
Superato lo shock dell'impatto, chiunque cercherebbe di farsi una nuova cerchia di “amici” per riempire i tempi morti e con cui condividere la nuova vita nella città ma a questo punto succede qualcosa, scatta al molla che ti fa chiedere il perché della necessità di farsi nuovi amici, che motivo ci sta se hai già una certezza vicina e tante altre lontane? Si giusto vi chiederete perché mai fare questo bel ragione completamente privo di logica visto che appena 20 righe su hai detto decisamente l'opposto? Accendete il cervello vi rispondo! Questo che state leggendo è scritto a posteriori e come scriveva Nick Hornby in Alta fedeltà “...Le cose una volta accadute, riesco sempre a vederle per quel che sono...È il presente che non capisco.” quindi non dovete stupirvi e sopratutto non dovete pensare che sia uno stolto e stupido che scrive perché sono pronto a scommettere tutto quello che ho che voi avreste fatto lo stesso, in quanto l'attitudine di prendere certe decisioni è propria di noi umani che tendiamo sempre a cercare di mantenere stabile l'instabile perché lo sconosciuto ci spaventa da morire e star “male accompagnati” (chi coglie è pregato di cogliere bene) è meglio che essere soli (i proverbi è meglio leggerli al contrario per come la vedo io perché rendono meglio e spesso, se non sono palindromi, arricchiscono di più). Fatto sta che alla fine dei conti si arriva come sempre ai nodi, la misura si 'riempie' e non si sa più cosa fare.
Ora prendete carta e penna per appuntare e passate dalla farmacia a prendere del Voltaren soluzione iniettabile (e state tranquilli che prima o poi, vostro malgrado, capirete il perché), siamo arrivati al punto cruciale e vi sto per dare la ricetta per riuscire a fare La cosa giusta (la ricetta base è per due ma se avete appetiti esotici la potete modificare e adattare a vostro piacimento) :

Un Lui
Una Lei
Un rapporto di coppia
Incompatibilità varie ed eventuali
Mancanza di Fegato da una delle due parti
Esistenza di Fegato da una delle due
Tempo per pensarci bene q.b.
Il voltaren

Questa è la ricetta, e non spendo parole per dirvi come metterla in pentola e ottenere un il piatto pronto da gustare perché sarebbe inutile in quanto il risultato dipende dalla bravura e dalla maturità 'culinaria' dei cuochi, comunque il risultato ottenuto può essere eccellente o da vomito, nel mio caso direi che è abbastanza buono da essere mangiato ma di difficile digestione, ma si sa che se mangi sempre la stessa zuppa quando poi la cambi lo stomaco non accetta tanto bene. Quindi direi che ci avviciniamo all'epilogo e siccome questo è un racconto per persone intelligenti e ricche di fantasia lascio a voi la possibilità (obbligo mi sa che è meglio) di scrivervelo.
Però tre righe finali bisogna spenderle per...non trovo le parole visto che lo zingarelli è a casa (non la mia) comunque eccole qua:

Grazie alla persona citata in più punti nel racconto, grazie per tutto quello che ha fatto e che spero continuerà a fare, grazie per il tempo ∆T dedicato totalmente a me.

Fine.

A scusate avevo detto tre righi ma sono solo 1 e mezzo correggo subito

Grazie alla persona non citata, la cosa è volontaria perché se dovessi usare un grazie ogni volta passerei gran parte di ogni giornata a non dire altro.